‘Il gioco è un’attività che impegna molto tempo nella vita degli animali ed in effetti un comportamento assai importante, spesso sottovalutato.Per quanto riguarda gli esseri umani esiste un’enorme letteratura inerente agli studi pedagogici sull’importanza delle attività ludiche al fine di un corretto sviluppo fisico, mentale, relazionale e come corretto approccio all’apprendimento (Bruner ed altri 1976).Nel mondo animale abbiamo esempi di attività ludiche negli uccelli e nei mammiferi che utilizzano all’incirca dal 5% – 20% della loro energia di surplus (energia non necessaria per il metabolismo e per la crescita).
La natura cerca di modellare i comportamenti cercando di ottenere il minimo sforzo con il massimo risultato ed è quindi singolare osservare un’attività che non solo spende una buona quota di energia, ma li espone, in natura, a diversi pericoli. Caro (1996) ha notato che i piccoli di ghepardo sono sensibilmente più visibili ai predatori mentre stanno giocando, Harcourt (1996) ha rilevato che addirittura l’86% di foche orsine viene catturata da leoni marini mentre è impegnata in attività ludiche. Questo perchè giocare è una cosa sera, un vero e proprio apprendistato alla sopravvivenza in cui si apprendono comportamenti utili all’animale per tutta la vita. E’ interessante notare che, a differenza dei loro cugini selvatici, nei nostri animali domestici il gioco resta un canale aperto per tutta la vita, canale facilitato sia per adattarsi a nuove situazioni, sia ad acquisire nuove abilità (che per un educatore cinofilo si possono tradurre in un training per ogni fase della vita, per un appassionato nuovi segnali, per un’anziana signora l’ingresso in famiglia di un nipotino).
Il cucciolo apprende nelle primissime fasi sensibili della sua vita grazie all’interazione con i propri fratelli e la propria madre diverse abilità che gli saranno utili per tutta la vita. Il cucciolo, pur acquisendo dalla madre i retrocontrolli motori, è dall’intervento di quest’ultima e dalle reazioni dei fratelli durante il gioco ad imparare a dosare il morso. Il gioco è un apprendimento alla discrezione che in natura dovrebbe facilitare la cattura della preda, ritualizzare i conflitti mediante la metacomunicazione (comunicazione tramite postura) ed inscenare attacchi senza rischiare nelle lesioni dei combattimenti reali.
Cani, lupi e coyote hanno in comune ad esempio il tipico “inchino” (Bekoff 1995) che i gergo animale vogliono significare: Il gioco quindi deve essere il canale privilegiato per chi si occupa di educazione e rieducazione, ma soprattutto chiunque abbia con sé un cane deve imparare il modo coretto di proporre attività ludiche che siano realmente formative per i nostri animali senza sottovalutare il messaggio che stiamo trasmettendo’, l gioco è una cosa seria
Se riusciamo a canalizzare le attitudini e le motivazioni dei nostri compagni a quattro zampe avremmo accanto a noi animali maggiormente equilibrati, gestibili, ma soprattutto realizzati.
Il cane, infatti, ha svolto per lungo tempo i più diversi compiti dalla caccia, alla conduzione del gregge, alla difesa e perfino il traino in un mondo assai diverso da quello attuale in cui ci sta, tuttavia, stupendamente accompagnando.
Le attività che andremo a proporvi vanno inquadrate, in primis, in un set che preveda un inizio, uno svolgimento ed una fine. Queste non devono essere puramente locomotorie, ma coinvolgere anche tutti i sensi e soprattutto l’intelligenza di specie canale assai appassionante per accedere al mondo cane è sicuramente quello dell’olfatto ed è quindi interessante proporre la ricerca di cibo e/o oggetti, piste olfattive.
Per sviluppare le sue capacità adattative e la sua plasticità di comportamento possiamo proporgli giochi che si basano sul problem solving come trovare un croccantino sotto una tazza, uno scolapasta per poi passare a veri e propri rompicapi come ad esempio dover azionare leve o pulsanti.
Un discorso parallelo può essere quello dell’insegnamento di abilità utili ad esempio insegnando a lasciare e scambiare oggetti faremo leva sullo spirito naturalmente cooperativo del cane.
Le regole del gioco sono: essere interessante per le peculiarità di specie (fermo restando che è e essere solo aiutati dallo standard di razza, ogni cane è un isola a sè) ;l\’animale deve essere capace di fare ciò che sta facendo(costruire i set dal semplice al complesso) e restare sempre in un clima positivo (smettere prima che il cane si stanchi pretendere sempre un po’ di più senza cadere nella frustrazione), il gioco deve aumentare il livello di attenzione, memoria, concentrazione e i livelli di autostima.
Le attività che proponiamo non devono essere mai percepite come una sfida, ma un momento in cui cementare una relazione per continuare quella splendida avventura che è il mondo cane’,